Il principio informatore dell’opera, in sede di concorso definita anche nelle architetture prospettanti sullo spazio da arredare, è costituito dall’individuazione della “poliprospetticità”, come proprietà spaziale specifica dei luoghi della Centuriazione Romana compresi tra Padova, Mirano e Noale.

La disposizione accidentale dei volumi preminenti delle Ville, delle Chiese, dei Campanili e dei boschi, la tessitura regolare e ritmica dei campi e dei filari, la geometria dei tracciati viari coordinati su Cardo e Decumano, l’interferenza irregolare dei corsi fluviali e torrentizi sono le premesse per la costruzione di spazialità fluide, passibili di accidentalità e di salti di scala nei manufatti, nei volumi, negli usi.

La quotidianità di un mercato ambulante che non assume la dignità di un arredo stabile ha suggerito l’inversione delle consuete scelte relative ai materiali di pavimentazione scegliendo di realizzare in asfalto stradale l’area principale di parcheggio degli ambulanti (dove vengono anche ospitati Fiere , Concerti, Luna Park) spostando le pavimentazioni in pietra sui parcheggi e sulle strade di servizio dove l’asperità del basalto o del porfido possono obbligare il controllo della velocità.

In bianca pietra d’Istria sono realizzati alcuni pochi arredi latistanti la piazza, quali una seduta/fontana, alcune panche ed i bordi delimitanti gli spazi parcheggio.

Una ricca decorazione costruita con grandi lastre di Pietra di Prun a spacco di cava costituisce il raccordo tra la strada provinciale che attraversa il paese e la Piazza.

Tutto lo spazio è disegnato dal tracciato di poche linee diagonali che non si intersecano mai ad angolo retto, la principale delle quali forma un compluvio asimmetrico; la collocazione di alti apparecchi di illuminazione segue nella disposizione e nell’inclinazione dei pali il principio della sovrapposizione dinamica ed antiprospettica delle figure e dei piani.

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